L’ipotiroidismo neonatale è una gravissima affezione dei primi giorni di vita che viene diagnosticata attraverso lo screening neonatale, obbligatorio, prima che i danni neurologici, spesso irreversibili, compaiano nel nascituro, per procedere da subito ad una cura ormonale che garantisca il normale sviluppo del piccolo paziente.
Ragazzi e adolescenti soffrono delle stesse affezioni degli adulti sia in termini di disfunzioni tiroidee che di patologie nodulari.
Occorre però fare alcune precisazioni.
Nei ragazzi e negli adolescenti le disfunzioni tiroidee hanno implicazioni ben più gravi che nell’adulto essendo lo sviluppo psico fisico del giovane paziente dipendente da una buona funzione tiroidea.
Per questo in caso di familiarità o segni clinici sospetti per una disfunzione tiroidea, il pediatra o il medico di famiglia, se lo riterrà opportuno, dovrà verificare quanto prima lo stato del giovane paziente tramite specifici esami al sangue (dosaggi ormonali) per escludere un cattivo funzionamento della tiroide.
Negli adulti un nodulo palpabile si riscontra nel 7% circa dei casi, nei giovani questo si verifica solo nell’1 % dei casi. Nonostante ciò il rischio che il nodulo sia maligno nel giovane paziente è 3 volte più alto che nell’adulto (con circa l’8% di tumori ereditari).
Ovviamente il rischio di malignità impone l’obbligo di un intervento chirurgico mentre in caso di esclusione di malignità è sempre meglio ritardare l’intervento al periodo post adolescenza.
Questo non solo per il più alto tasso di complicanze post operatorie in soggetti molto giovani ma anche per la difficoltà di mantenere lo stato di eutiroidismo (giusta quantità di ormone tiroideo) con la terapia sostitutiva in un paziente giovane e quindi in continua crescita.